sabato 12 giugno 2010

Capitolo 3 - La prima volta

La prima volta che entrò ad Apate si trovava in campagna. Aveva vent'anni, ma dimostrava ancora l'indole testarda e risoluta degli adolescenti. Era ora di pranzo, e sua madre stava cucinando. Suo padre finalmente dormiva, e russava nella stanza da letto.
Andrea era seduto a suonare in un prato non lontano dalla loro casa. Era assorto, pensieroso, e il suo viso tradiva ancora una rabbia appena sopita.

Ad un tratto vide davanti a lui un lampo di luce accecante, che ferì i suoi occhi. Smise di suonare, e il lampo scomparve, rapido come era venuto. Andrea rimase fermo per un istante, poi riprese a suonare. Il lampo riapparve, ma questa volta era pronto, e socchiuse gli occhi. Dopo qualche attimo la luce cominciò a diminuire di intensità, rivelando quello che sembrava un paesaggio, un paesaggio però diverso da quello della campagna circostante. Si intravedevano case di pietra, una chiesa, e in fondo, in cima a una collina, un imponente castello. Sembrava una spaccatura nell'aria, una sorta di finestra aperta nel nulla.

Andrea si avvicinò con cautela. Giunto vicino all'apertura vide che il terreno dall'altra parte sembrava solido, reale. Provò a far passare un piede dall'altra parte: sembrava tutto normale. Si fece coraggio e attraversò il passaggio con tutto il corpo. Dall'altra parte, il sole stava tramontando, e tingeva di rosso le montagne che incorniciavano la vallata, dandole l'aspetto di un'isola circondata dalle fiamme. Andrea si voltò, e vide che il passaggio era sparito. Non gli importava. C'era qualcosa in quella strana terra sospesa nel tempo che lo faceva già sentire a casa, più a casa di quanto si fosse mai sentito in tutta la sua vita.

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