Andrea è in mezzo a una piazza, e suona. I capelli gli ricadono sulle spalle, e una barba di alcuni giorni gli ricopre il mento. Canta a bassa voce, quasi sussurrando, e tiene gli occhi socchiusi.
Le sue dita corrono veloci sulle corde, e compongono melodie che conquistano le orecchie del pubblico.
Le canzoni parlano di cavalieri e paesi lontani, damigelle in pericolo e intrighi di palazzo. Sono fiabe, racconti fantastici che catturano la fantasia del pubblico, che ascolta rapito quelle storie originali e familiari al tempo stesso.
Una mamma richiama il figlio , ma il piccolo la supplica di restare. Dopo un po' di pianti e capricci ottiene quello che vuole, e torna ad ascoltare Andrea, tenendosi il viso con le mani paffute.
Quando la musica finisce, c'è un attimo di silenzio: poi l'incanto si spezza, e tutti cominciano ad applaudire. Andrea fa passare il cappello per le offerte, ma nessuno gli lascia nulla.
"Bene... Tanto gli applausi sono gratis, giusto?"
Con una smorfia si accinge a rimettere a posto le sue cose.
Non si accorge che una ragazza è rimasta lì, davanti a lui, ad aspettarlo.
Le sue canzoni le hanno toccato il cuore, ma lui non se ne rende conto.
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